Continua ad essere “non convinto” che l' ordinanza-sentenza del giudice Rosario Priore accrediti l'ipotesi della battaglia aerea come causa della strage di Ustica, l' avvocato Carlo Taormina, difensore di alcuni ufficiali allora in servizio alla base di Marsala, il quale rilancia la pista della bomba. “Bisogna controllare bene - ha detto il penalista nel corso di una pausa del processo per l'omicidio Pecorelli in corso a Perugia – perché frequentemente gli organi d'informazione, sollecitati da interessi mai identificati, hanno falsificato la realtà processuale indicando nel conflitto la casuale dell' abbattimento del Dc9. L'ultima perizia svolta dal collegio presieduto dal professor Misiti ha dato invece come risultato quello dell'esplosione di una bomba a bordo dell'aereo”. Secondo Taormina gli esperti identificarono anche “nella toilette posteriore destra il luogo dove sarebbe stato collocato l'ordigno”. “Le anticipazioni di stampa - ha sottolineato il legale - potrebbero quindi essere estrapolazioni di passaggi nei quali magari si dice solo '...non si può escludere che...'. La conclusione della perizia è stata che a bordo dell'aereo Itavia c'era una bomba: questo è stato il risultato processuale”. Taormina ha quindi evidenziato che “oggi in Italia siamo molto bravi a fare motivazioni che dicono tutto ed il contrario di tutto”. “Probabilmente - ha detto Taormina - assistiamo all' ennesima speculazione di una stampa di regime che si preoccupa di ritagliare qualche riga di una motivazione dalla quale penso emergerà un'altra realtà processuale”. L'avvocato Taormina spiega di non avere informazioni “dirette” sul provvedimento del giudice Priore. “Da quanto a mia conoscenza - ha concluso - gli ufficiali che assisto dovrebbero essere stati tutti prosciolti”. |